Michele, Marco e la chat
Un racconto scritto da Gabriele Favrin
(febbraio 2002)
La storia
Michele e Marco sono due bambini di 10 anni. Se guardi la cartina le loro case ti sembreranno vicine vicine. Eppure non si conoscono: Marco abita in città mentre Michele vive in provincia.
Michele ha la scuola, la chiesa e una bicicletta per correre su e giù nel paese. Marco ha la scuola, il catechismo e il nuoto.
Così vicini, così lontani: piccoli mondi che si sfiorano ma non s'incontrano mai. Marco ha tanti giocattoli e invita spesso i compagni di scuola a casa sua. "Venite, venite! Guardate il mio gioco nuovo!". A volte cose semplici, a volte giochi da tavolo. Li conosci? Sono quelli con cui ci si può divertire tutti insieme, però prima bisogna leggere le istruzioni.
A Marco non piace leggere le istruzioni e così spesso non si può giocare, qualche volta perde pure qualcosa: un dado, un segnapunti, le domande di Passaparola... "pazienza!", dice, "tanto la prossima settimana mi comprano un gioco nuovo!".
Michele non ha tanti giocattoli e nemmeno tanti amici con cui passare il pomeriggio: "Andate tutti a quel paese!" pensa spesso, soprattutto quando i suoi compagni si vantano del telefonino ricevuto a Natale, di Internet e di tutte quelle cose che i genitori di Michele non vogliono comperargli perché ritengono inutili e costose. Così Michele se ne sta sempre per conto suo. Fa i compiti e poi esce, prende la bici e corre in giro per il paese sognando ogni volta un'avventura diversa.
Un giorno è Pantani che fa il giro d'Italia, un altro giorno è un agente segreto a caccia di spie.
Il 15 febbraio è il compleanno di Marco. Quando rientra da scuola trova ad aspettarlo la sorpresa che tanto desiderava: il collegamento Internet per il suo computer! Come sempre Marco è irruente, vuole fare tutto e subito. La mamma gli dice di leggere le avvertenze e i consigli per la navigazione ma a Marco non interessa: pochi clic ed è già in una chat, come ha visto fare in televisione! "A che servirà mai leggere?", pensa.
Il 15 febbraio per Michele invece è un giorno sfortunatissimo: subito fuori casa si buca una gomma della sua bicicletta! Ti è mai successo? Non è bello e ci si può fare male e, infatti, Michele se ne accorge subito, cade e si sbuccia un ginocchio. Deve così tornare a casa e rinunciare a portare la bicicletta a riparare.
Tic tic tic tac tic tac "ciao chi sei? Io sono Marco, mi piace tanto chattare! " tic tic tic tac... Marco passa tutto il pomeriggio davanti al computer a parlare con tante persone. Non sa nemmeno se sono bambini come lui, vuole solo chattare, chattare e ancora chattare! Ogni tanto Lucia, la sorellina di sette anni, lo guarda perplessa ma poi torna serena ad abbracciare il suo grande orso di peluche.
Il giorno dopo inizia allo stesso modo per i due bambini: ore interminabili di scuola, ognuno col pensiero di quello che farà al pomeriggio. "porterò a riparare la bici, speriamo che si possa fare subito!", pensa Michele; "proverò la chat che mi hanno detto ieri, c'è anche il DJ della mia radio preferita!", pensa Marco. Lo sai cosa succede se a scuola sogni troppo invece di seguire la lezione? Finisce che ti distrai e i maestri ti assegnano il doppio dei compiti per casa, proprio come a Marco e Michele.
"Che sfortunaccia!", pensano entrambi. Pranzo, compiti (tanti compiti!) e poi via! Corsa verso il computer per Marco e passeggiata fino dallo zio per Michele. Eh sì, perché lo zio di Michele ha un'officina in cui ripara biciclette e motorini. Qualche volta Michele va anche ad aiutarlo. Intendiamoci, non lavora, i bambini non devono lavorare! Però può guardare il banco quando lo zio è indaffarato, chiamarlo se arriva qualcuno e intanto leggere i fumetti, di cui lo zio è un gran appassionato e collezionista.
"Ciao Michele!" esordisce lo zio "vedo che la tua bicicletta è stufa di correre, eh? Ma lo hai vinto il giro questa volta?". Michele annuisce divertito, con lo zio sta proprio bene. Poi lo sguardo corre verso il grande banco.
C'è una novità: è un computer! "eh sì, adesso mi collego con il mio fornitore per ordinare i ricambi via Internet". Alla parola "Internet" Michele non riesce a trattenere un grande sorriso e lo zio, che lo conosce bene, gli fa subito una proposta: "senti un po', io oggi ho molto da fare, ti va di restare qui tutto il pomeriggio? Mi guardi il banco e intanto puoi usare Internet. Ecco, se premi qui vedi come funziona. Poi, dopo l'ora di chiusura, ti riparo la bici. Vuoi?".
Michele non se lo fa ripetere due volte: Internet l'ha usata un po' a scuola, ma averla tutta per sè è ben diverso! Tic tic tic tac tic tac "per navigare si preme qui" "bisogna stare attenti a questo e a quello". Michele sarà un bambino solitario e sognatore ma è diligente e prima di avventurarsi nella rete cerca di capire bene come funziona.
Intanto Marco chatta. Saluta, scrive, scherza, racconta a tutti com'è fortunato perché ha tanti giocattoli, ha il computer e adesso anche Internet! "e prima il DJ della radio mi ha detto ciao!", grida felice alla sorellina Lucia, che però continua a preferire la compagnia del suo orso.
"Dlin dlon". Nell'officina entrano due ragazzi grandi. Michele chiama subito lo zio, che però è impegnatissimo e chiede loro di aspettare un momento. "questi qui mi fanno un po' paura", pensa. E sai che pensa proprio bene? I due si appartano e iniziano a confabulare.
Hanno sui 16 anni e sembrano usciti dalle cronache dei giornali, quelle che raccontano di ragazzi prepotenti che derubano i più piccoli. Michele però è al sicuro, sa che lo zio è a due passi e poi... a lui cosa potrebbero mai rubare? Pensando a questo si rasserena e anche quei ragazzi gli fanno meno paura. Così torna al computer e prova, intimidito, a lanciarsi nella grande rete.
Non sapendo dove andare scrive l'indirizzo che ripetono sempre alla sua radio preferita. Naviga un po', poi prova la chat. Ed ecco che due piccoli mondi vicini si incontrano. Marco è quello che in chat parla di più. Scherza e ride con tutti e siccome fa collezione di cartoline non perde occasione per chiedere a tutti di mandargliene una. "sei di Palermo? Io sono un bambino di 10 anni, mi chiamo Marco Pestilicchi e abito in via dei muratori 14 a Novara. Mi mandi una cartolina? dai!!!".
Michele è un po' perplesso di fronte a quel comportamento: "non sa che è pericoloso dire agli estranei dove abita???", pensa.
No, Marco non lo sa, perché non ha letto i consigli per il buon navigatore e non ha mai ascoltato la mamma quando gli diceva che l'indirizzo di casa non si dà agli estranei. Michele sta per dirglielo, quando lo zio lo chiama perché gli serve un attrezzo. Michele ubbidiente corre in suo aiuto e per un attimo si dimentica delle chat e di quel bambino imprudente.
Imprudente e sfortunato, perché quell'indirizzo in bella vista sul monitor attira l'attenzione dei due ragazzi che si affrettano a scriverselo. Poi Michele e lo zio tornano al banco. Lo zio riconosce i ragazzi e spiega loro che per riavere il motorino dovranno aspettare ancora un po', manca un pezzo che ha ordinato su Internet. Un rapido clic, scompare la chat e appare il catalogo: il ricambio arriverà fra tre giorni. I ragazzi capiscono e se ne vanno.
Michele li osserva, hanno un'aria strana. Senza farsi vedere sgattaiola fuori dall'officina e li ascolta. "Via dei muratori 14? Zona da ricchi, dai retta a me, quando mi ridanno il motorino facciamo un salto li, aspettiamo che il bimbetto torni da scuola e lo costringiamo a darci tutto quello che ha! Figurati se uno così non ha il telefonino!".
Michele è spaventato e trema come una foglia. Corre in officina per avvisare Marco ma il PC si è bloccato e non parte più. Lo zio, ignaro di tutto, gli sorride: "Sai Michele, questi apparecchi moderni a volte si guastano, vedrai che domani viene il tecnico e sistema tutto. Andiamo a leggere il fumetto nuovo, vuoi?" Ma Michele ora non può pensare ai fumetti: Marco rischia una bruttissima avventura!
Si scusa con lo zio e corre a casa ripetendo fra sè e sè l'indirizzo: "Via dei muratori 14, Marco Pestilicchi, Via dei muratori 14...." Michele non ha Internet e quindi per comunicare con Marco può fare una sola cosa: cercare sull'elenco del telefono il suo numero.
Sfortuna vuole che nel grosso elenco di Novara non ci sia nessun Pestilicchi! Prova anche a telefonare al servizio ricerca abbonati... ma niente! "Come è possibile?", chiede il bimbo al papà, che gli spiega come il telefono potrebbe essere intestato a un altro familiare e gli consiglia di scrivere una lettera. Detto fatto, Michele scrive a Marco che qualcuno ha visto il suo indirizzo e vuole fargli una brutta sorpresa.
Mentre scrive prova tanta paura ma anche affetto per un bambino sconosciuto che lui sente già amico. Una corsa alla tabaccheria, qualche centesimo per i francobolli e la lettera è spedita! "fa che arrivi, ti prego fa che arrivi in tempo", prega Michele, sperando nel frattempo che il ricambio per il motorino di quei delinquenti tardi un po'.
Come andrà a finire te lo racconto fra un po', prima voglio fare il "gioco dei se" con te, vuoi?
Se Michele potesse usare Internet tutto questo non succederebbe. Due clic, tre parole alla tastiera e il suo amico lontano sarebbe informato di tutto. Quando ti colleghi, scrivi nelle bacheche e parli in chat o nei forum, grazie al computer incontri persone di tutto il mondo, vicine o lontanissime. Persone che non avresti mai conosciuto altrimenti e con cui, per un minuto, un giorno o un anno, condividi un po' del tuo mondo.
Se Marco fosse stato più attento ora non rischierebbe di fare brutti incontri. Grazie a Internet, dalla tua camera o dal salotto di casa puoi entrare in un nuovo mondo. Però in quel mondo non sei da solo, ci sono tante persone, buone ma anche cattive, come i due ragazzi grandi di questo racconto. Devi stare attento: parla, racconta cosa ti piace fare e cosa non ti piace, ma non dare mai informazioni che permettano di risalire a te! Non dire il tuo cognome, il numero di telefono o telefonino, la via in cui abiti o gli indirizzi dei posti che frequenti!
Adesso torniamo a parlare di Marco e Michele. Passa un giorno, ne passano due
e Michele va dallo zio. Il computer ancora non funziona, però almeno la bici
è riparata. Purtroppo lo è anche il motorino dei ragazzi! E sono già andati a
prenderlo! Quando Michele lo viene a sapere scoppia in lacrime.
Torna a casa convinto che sia successo già tutto e di non aver potuto aiutare
quel povero bambino. E' così triste che non si accorge che davanti a casa è
parcheggiata un'auto sconosciuta. Quasi si spaventa e arrossisce, quando,
aperta la porta, la mamma gli fa i complimenti per il suo bellissimo gesto.
Marco ha ricevuto la lettera e ha raccontato tutto ai genitori che hanno denunciato i ragazzi cattivi. Adesso è tutto a posto, Marco ha voluto a tutti i costi andare a trovarlo (e quando Marco si mette in testa qualcosa...) per ringraziarlo e farsi insegnare a navigare senza correre pericoli.
Ora Marco e Michele sono diventati amici e parlano tutte le sere in chat, anche perché il papà di Michele, compresa l'utilità di Internet, gli ha regalato il computer: da usare con giudizio, però! Ma in questo, si sa, Michele è un maestro.
E tu? In chat ti comporti come Michele o come Marco?
FINE
Nota bene: questo racconto è proprietà esclusiva dell'autore. E' vietata la riproduzione e diffusione anche parziale del testo su altri siti web senza previa autorizzazione scritta. Il racconto può essere proposto ai bambini come recita o come semplice lettura in qualsiasi ambito (casa, scuola, centri di sostegno e ricreativi, strutture di solidarietà, ospedali, ecc) purché senza finalità di lucro. Mi farebbe piacere sapere dove e come viene raccontato, quindi scrivetemi!