Emuliamo il Macintosh con Amiga
A cura di Francesco Celli e Gabriele Favrin
Articolo pubblicato su MC 204 (marzo 2000)
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interpellate o degli autori stessi.
Contenuti
Introduzione
L'emulazione da sempre rappresenta un viatico per riutilizzare vecchi
sistemi informatici, per lo più caduti in disuso e
soppiantati dall'avvento di macchine di nuova generazione, o per
riassaporare vecchi classici indimenticati del mondo ludico.
In questo contesto Amiga è sempre stato portato
all'emulazione, contando sulle sue doti multitask, su un ambiente
operativo (AmigaDOS e WorkBench, la sua "interfaccia grafica") di
estrema duttilità e funzionalità e su
quell'architettura custom che ha posto questo computer, quanto a
"filosofia" hardware, avanti agli altri.
Proprio grazie a queste peculiarità, sin dai suoi esordi,
molto tempo prima che si diffondesse via Internet una vera e propria
mania per gli emulatori, abbiamo assistito all'uscita di programmi che
riproducevano, più o meno fedelmente, gli "8bit" storici
ormai giunti, secondo le dure leggi del mercato, sul viale del tramonto.
E' doveroso poi citare, a cavallo tra fine anni '80 e inizio '90, le
uscite di applicazioni mirate non solo a celebrare un nostalgico
revival: A/Max, uno dei primi emulatori Mac, e l'esordio di PC-Task,
che simulava un PC abbastanza evoluto, garantendo, anche se
limitatamente, delle finalità utilitaristiche.
In ambito Mac ricordiamo l'Emplant, che consisteva in un costoso
abbinamento software/hardware, il cui autore era Jim Drew, creatore poi
dei programmi commerciali Fusion (Mac) e PCx (PC).
La storia
La vera rivoluzione avviene però nel Marzo 1995, quando
Christan Bauer, uno studente teutonico, sviluppa un programma shareware
chiamato ShapeShifter che, contrariamente a Emplant, non aveva bisogno
di alcuna modifica hardware o di schede di espansione per funzionare.
Anzi, traeva uno dei suoi punti vincenti dalla condivisione della CPU,
"agevolando" l'emulazione del processore: sia Amiga che Mac usavano la
serie 68000 di Motorola. Parimenti accade con le altre risorse (RAM,
Hard disk, CD e porte), utilizzate da ambedue i sistemi senza alcun
conflitto.
A decretarne il successo è stato il fatto che non si
trattava di emulare un sistema in disuso o inutile ma di usare con
profitto, anche su Amiga non particolarmente potenti (dotati di 68030
25mhz), una macchina alternativa (Mac 68k) per la quale, ancora oggi,
escono applicativi di vario genere e indispensabili per fini lavorativi.
Nel 1999, dopo un periodo di silenzio, è stata rilasciata
una nuova versione di ShapeShifter (3.10), freeware e con supporto
esteso a MacOS8.
Nel contempo Bauer, passato a BeOS e Linux come sviluppatore, ha
realizzato, tra gli altri, un nuovo emulatore di Mac68k, Basilisk II,
scritto in codice portabile.
Requisiti e installazione
I requisiti hardware di ShapeShifter sono sulla carta minimi e
accessibili: AmigaOS 2.1, 20-50 Mb da destinare su hard disk, almeno un
68030 25 MHz e 4Mb di RAM. Per ottenere, però, risultati
lusinghieri sarà bene munirsi di 68040/60, 16 Mb di RAM
(meglio se 32), AGA (il chipset grafico montato su 1200 e 4000) o una
scheda grafica e 150-200Mb su hard disk da dedicare ai ben
più corposi programmi Mac. Comunque, pur non possedendo una
scheda grafica ma a patto di avere almeno 68040 o 68060 come
processore, è possibile velocizzare le operazioni di
aggiornamento video su schermi gestiti dal chipset AGA con un driver
chiamato Savage, che si serve della MMU integrata nella CPU.
Dal lato Mac, invece, è indispensabile avere una copia su
file della ROM Macintosh in versione 124 per modelli LC/LC2, Performa,
Quadra o PowerBook, che - ricordiamo - è disponibile in
duplice versione (512Kb per CPU 68020/68030 o 1024Kb per 68040).
Considerando che questo materiale è ancora in commercio,
l'unica via legale per ottenerne una copia sarà acquistarla
presso un Centro Apple e lanciare da Mac il programma "SaveRom"
(distribuito insieme a ShapeShifter) per portare la ROM su file.
Ottenuta la ROM, sarà necessario installare il System7 (il
sistema operativo Mac), la cui versione 7.5.3, già
sufficiente a molti applicativi, è stata rilasciata
gratuitamente da Apple nel 1999.
Pronto l'occorrente, inizia la fase di installazione. La prima scelta
da fare è se dedicare una partizione su HD o un file disk
(un singolo file che simulerà un HD) al Mac virtuale. Se da
una parte il file disk rappresenta la soluzione più
immediata, ma non molto idonea ad un utilizzo "serio" dell'emulatore,
sarà bene usare una partizione creata su HD tramite
HDToolBox (il programma di gestione e partizionamento HD per Amiga),
effettuando prima un backup cautelativo dei propri dati. A questo
punto, dopo aver organizzato la partizione (o il file disk), va
installato in fase di avvio "PrepareEmul", un piccolo programma che
riserva i primi 8Kb di memoria, zona altrimenti usata sia dal Mac e che
da Amiga per librerie, puntatori e chip custom, risolvendo l'unica
fonte di conflitti con con la macchina emulata.
Configurazione
Avviato il computer e lanciato ShapeShifter, si aprirà una
finestra (tutta la fase di configurazione è facilitata da
un'intuitiva interfaccia grafica) contenente i nomi delle sezioni da
impostare.
La prima, relativa ai parametri video, consente di scegliere la
risoluzione e la profondità degli schermi che, in presenza
di scheda video, può raggiungere senza problemi 15 o 24 bit,
quantunque per limiti di Mac OS è bene non superare i 15
bit. Gli utenti di chipset AGA, invece, dovranno accontentarsi di
schermi con un massimo di 256 colori.
La sezione "Volumi/dischi" contiene i parametri relativi al tipo di
dispositivo scelto (hard disk, il programma ne ricaverà
autonomamente le geometrie, o file disk) per un massimo di quattro,
mentre la voce "Dischetti" quelli inerenti alla gestione del floppy Mac
emulato.
Nel caso si volessero aggiungere nuove periferiche SCSI o IDE (CD, HD o
masterizzatore) da usare in emulazione per un massimo di sette,
è possibile farlo nella sezione "SCSI",un controller SCSI
virtuale, indicando il nome del driver e il numero di unità
della periferica. Nell'archivio di ShapeShifter è presente
anche un driver generico in caso il dispositivo in possesso dell'utente
non sia supportato.
Nella voce di menù seguente, "Memoria", andrà
quantificata la memoria da assegnare alla "mela" emulata. In essa
è possibile controllare il quantitativo esatto di RAM
disponibile e impostare manualmente la cifra espressa in Kb o dare
automaticamente tutta quella disponibile attivando la funzione "Massimo
blocco libero".
Sono presenti, inoltre, due opzioni per definire dove e se allocare da
subito, all'avvio, la ROM del Mac.
Al controllo delle porte seriale e parallela è dedicato il
menù opzioni "Seriale", in cui è possibile
selezionare il driver di gestione e l'unità della scheda
tramite un pratico requester Amiga.
Dal menù "Rete", invece, gli utenti di LAN potranno
impostare le preferenze, indicando il driver di gestione appropriato,
affinché anche il Mac emulato possa essere riconosciuto e
condividere le risorse.
Di carattere generico e volte a migliorare la compatibilità
sono le opzioni presenti nell'ultima sezione, "Varie". Abilitando ad
esempio "ROM protetta in scrittura" verrà preservato il ROM
file del Mac, impedendo, su macchine con MMU integrata, possibili
scritture indesiderate.
Necessaria invece a chi vuole usare il System8 sotto ShapeShifter
è l'attivazione della funzione "MacOS 8 mode".
I due ultimi campi di scelta sono dedicati all'audio. In essi
è possibile decidere se tenere abilitata o meno la parte
sonora, usando "Paula" (il chip Amiga dedicato alla gestione dei 4
canali audio), o se impiegare AHI, un sistema di risorse audio
alternativo e indipendente, che consente inoltre l'utilizzo di schede
audio prodotte da terzi.
Approfondimenti
Le applicazioni
La ragione per cui l'emulazione Mac su Amiga è tanto diffusa
è semplice da spiegare: Amiga, da sempre, ha sofferto della
carenza di un certo tipo di software che potremmo definire "popolare",
come ad esempio quello prodotto da Microsoft, Adobe o Apple stessa.
Il Macintosh, al contrario, dispone di molti prodotti di questo genere.
Seppur in minor quantità rispetto al PC, almeno al giorno
d'oggi, per i sistemi Apple esistono quasi tutti i programmi
più utilizzati in campo professionale, hobbystico e,
perché no, anche educativo.
Un Amiga dotato anche solo di 68040 a 25 MHz e scheda grafica, fa
funzionare tranquillamente programmi quali Word, Excel o il potente DTP
QuarkXPress, tanto che, in passato, la rivista Enigma, ora Amiga Life,
veniva impaginata utilizzando proprio detto programma su Amiga in
emulazione Mac, consentendo quindi agli operatori di fruire, in
perfetto multitask, sia dell'indiscussa potenza del prodotto Adobe, sia
della comodità di AmigaOS.
Ancora, il Mac, utilizzando la tecnologia QuickTimeVR (che, per ragioni
di mercato, non è mai approdata su Amiga), consente di
accedere a numerosi CD-ROM multimediali, enciclopedie e tracce dati dei
CD degli artisti più famosi.
Chi scrive ha provato numerose applicazioni Mac ottenendo sempre ottimi
risultati, anche su configurazioni minori rispetto a quella consigliata
in questo articolo. Hanno dimostrato di funzionare particolarmente bene
proprio i programmi della "odiata" Microsoft, in particolare Word con
il suo bel correttore ortografico italiano (un sogno proibito per molti
utenti Amiga), ed i CD-ROM multimediali allegati a riviste di ogni
genere.
Con il Mac emulato è stato fra l'altro possibile navigare
agilmente all'interno del primo CD-ROM multimediale di RadioDJ,
così come fra le canzoni di "Amici per sempre", l'E-CD dei
Pooh che nel 1996 la critica di settore ha definito come il migliore
uscito nel nostro paese. E il tutto, è bene ricordarlo, in
perfetto multitask con AmigaOS e le sue applicazioni.
Sul fronte educativo, vero tallone d'Achille di Amiga, ShapeShifter ha
consentito di consultare senza problemi un CD-ROM realizzato dal comune
di Venezia in occasione del trentennale della grande alluvione. Nessun
problema per accedere alle migliaia di informazioni storiche sulla
città e le sue problematiche.
Un caso curioso è rappresentato dall'ottimo vocabolario
realizzato nel 1997 da Repubblica: su Amiga/ShapeShifter, con un 68040
a soli 25 MHz, funziona perfettamente. Su un PC dotato di un processore
da mezzo gigahertz e Win98, oltre ad operare alla stessa
velocità del citato '040, presenta seri problemi di
compatibilità con l'OS.
E' nell'utilizzo in rete, però, che l'utente Amiga trae
più soddisfazioni da ShapeShifter. Se è infatti
vero che i programmi Amiga risultano generalmente più veloci
e stabili di quelli per altre piattaforme, è altrettanto
vero che essere privi di certi software significa spesso essere anche
tagliati fuori da alcune attività.
Grazie a ShapeShifter è possibile accedere anche a quella
parte di Internet finora preclusa a chi non disponeva di programmi che,
ancora una volta per ragioni commerciali, non sono stati rilasciati per
Amiga. Tramite il Mac emulato gli utenti possono ascoltare, per
esempio, le radio in Real Audio o seguire in diretta le imprese di Luna
Rossa con l'applet Java che fornisce la telemetria delle imbarcazioni;
mentre gli autori di siti web sono finalmente in grado di verificare il
comportamento del proprio codice con i browser più diffusi
quali Netscape ed Internet Explorer.
Qualche sorpresa la riservano anche i giochi: vista la generale
tendenza del software Mac ad operare diligentemente sotto sistema
operativo (a differenza di quanto accadeva su Amiga anni fa), capita
che certi giochi, ad esempio la serie SimCity, funzionino meglio su un
4000 in emulazione Mac che nelle versioni originali! Miracoli Amiga.
Amiga e Mac... in rete
Abbiamo visto come l'emulazione Mac favorisca gli utenti Amiga
appassionati di Internet. Esiste tuttavia un fattore che per molto
tempo ha frenato l'uso del Mac per accedere alla rete: ShapeShifter, a
differenza di WinUAE, l'ormai celebre emulatore Amiga per PC, non
è in grado di condividere la connessione TCP del computer
che lo ospita. Per usare Internet dal Mac era insomma necessario
installare uno stack TCP apposito, ad esempio FreePPP, imparare a
configurarlo e collegarsi alla rete da Mac, escludendo di fatto le
applicazioni Amiga, una soluzione improponibile per molti.
Per ovviare a questo problema sono stati escogitati vari espedienti, a
partire da una porta seriale virtuale che consentiva un collegamento
PPP fra lo stack TCP del Mac e quello dell'Amiga. La soluzione, pur se
complessa da realizzare e abbastanza pesante per il sistema, risultava
comunque funzionale.
Il vero uovo di Colombo è però un programma
uscito, per altro, abbastanza recentemente. Si tratta di un driver
Ethernet, anch'esso virtuale. Impostando VirtualLink, questo il nome
del programma, come driver di rete nell'apposita sezione di
ShapeShifter e creando una nuova interfaccia su MiamiDeluxe, il
più avanzato stack TCP Amiga, diventa possibile, in pochi
minuti e senza troppa fatica, realizzare una vera e propria LAN (mai il
termine Local Area Network è stato più
appropriato!) fra l'Amiga e il mondo Mac emulato al suo interno.
VirtualLink è in realtà composto da due driver,
una che gestisce i comandi ricevuti da ShapeShifter e l'altro che
effettua la stessa operazione per conto di MiamiDX. Al centro, appunto,
MiamiDeluxe, che tramite la funzionalità di IP-NAT consente
di accedere alla rete contemporaneamente da più di
un'interfaccia (sia essa Ethernet, modem o altro).
Una volta configurati correttamente MiamiDX, ShapeShifter ed il
semplice pannello di controllo TCP/IP del System Mac, diventa possibile
non soltanto navigare in rete utilizzando contemporaneamente programmi
Macintosh ed Amiga, ma anche godere, dal lato Mac, della protezione
offerta dal firewall interno di MiamiDX e poter accedere ad eventuali
altri server presenti sull'Amiga stesso o in altri sistemi appartenenti
ad un'eventuale LAN.
Per curiosità abbiamo provato ad entrare su IRC utilizzando
AmIRC su Amiga, IRCLE sul Mac e mIRC su un PC collegato via Ethernet,
stavolta reale, all'Amiga, il tutto passando per il povero MiamiDX che
non ha battuto ciglio!
Emulazione PowerMacintosh
Emulare un Mac68k risulta ancora conveniente in quanto il software per
questo sistema non manca, tuttavia, già oggi, sono sempre
più i programmi compilati esclusivamente per Power PC.
Amiga, disponendo ormai da anni di schede accelleratrici che affiancano
al 68k un processore della famiglia PPC 603/604 (presto G3/G4), non
avrebbe problemi ad emulare anche un tale sistema.
Poiché lo sviluppo di ShapeShifter è terminato
(l'autore ora lavora su LinuxPPC e BeOS), tutte le speranze sono
affidate all'attesissimo modulo PPC di Fusion, l'altro emulatore Mac
per Amiga, tuttora commerciale. I tempi di sviluppo sono stati lunghi
ma sembra che ormai l'attesa sia destinata a finire. Gli utenti Amiga
che hanno installato LinuxPPC (un'altra strada, forse un po’
più ostica, per ampliare il parco software), puntano invece
su ShapeSheever, erede di ShapeShifter, inizialmente realizzato per il
solo BeOS ed ora in fase di conversione su LinuxPPC.
Indirizzi utili
- Home page di ShapeShifter
- Risorse Aminet relative a ShapeShifter
- Lista software compatibile con ShapeShifter
- FAQ per la soluzione di problemi legati all'emulazione Mac su Amiga
- Virtual Link, driver Ethernet virtuale
- NullSer, una porta seriale virtuale per Amiga
Le risorse sono state verificate e aggiornate a maggio 2019.