Nota bene: l'articolo proposto in questa pagina è proprietà degli autori e non può essere distribuito o riutilizzato in alcun modo o forma senza il loro consenso scritto.
Le informazioni qui riportate risalgono alla data di pubblicazione dell'articolo e non è detto che siano ancora valide o che rispecchino lo stato attuale dei programmi, le posizioni delle persone interpellate o degli autori stessi.

La notizia ha suscitato scalpore: anche AmiDog, constatata la discontinuità delle altre conversioni, ha effettuato un port (WarpOS) di MAME, l'emulatore che consente di giocare a casa con migliaia di titoli da bar.
La prima versione, pur se priva di varie opzioni e della GUI, risulta decisamente buona: le dimensioni dell'eseguibile (10 MB) sono in linea con l'originale (si tenga presente che quello DOS occupa meno di 2 MB perché compresso) e la velocità di esecuzione è sufficiente a garantire, finalmente, una buona qualità audio, almeno con i giochi più vecchi.
MAME è da sempre croce e delizia degli appassionati di emulazione. Se da una parte regala oltre 2000 giochi, dai classici ai titoli più strani, dall'altra servirsene non è semplice. E' capitato a molti di installare una nuova versione e scoprire che i giochi in loro possesso non funzionavano più. Per capire le cause di questo problema è necessario comprendere finalità e funzionamento del "Multiple Arcade Machine Emulator", il più imponente emulatore ludico esistente.
MAME nasce all'inizio del 1997 per mano di Nicola Salmoria, precedentemente amighista di fama mondiale (suoi programmi quali NikPrefs e NewIcons). A differenza di prodotti analoghi dell'epoca, il progetto mirava ad integrare in un solo programma l'emulazione di più arcade. In realtà lo scopo era ed è più ambizioso: con MAME si vogliono tenere in vita il maggior numero possibile di giochi, tanto che per ognuno sono supportate anche le diverse varianti (cloni): versioni a più giocatori, specifiche per i vari paesi (ad esempio giapponesi con gli ideogrammi), bootleg (versioni modificate da altri produttori), ecc. In alcuni casi le differenze si limitano al copyright, in altri possono interessare grafica ed ordine dei livelli.


Immagine Per conoscere un gioco è sufficiente gustarsi l'attract mode, come in sala giochi.

Un arcade è composto da una scheda madre dedicata (spesso usata da più titoli della stessa casa), una o più CPU (molti giochi usano CPU secondarie per grafica e suono) ed hardware custom. Il programma vero e proprio si trova su banchi di ROM. MAME utilizza una serie di driver per emulare le varie componenti: si va dal driver dello specifico gioco (e dei suoi cloni) a quello della scheda, agli emulatori delle CPU (a oggi ben 23!) e dell'hardware custom. Il tutto pilotato da una copia su file delle ROM del gioco.
Poiché un clone differisce dall'originale solo per alcune ROM, avere l'intero set di ROM per ognuno causava un notevole spreco di spazio. Quando il numero di cloni è diventato cospicuo gli autori hanno introdotto il "ROM merging": l'archivio di ogni gioco comprende tutte le ROM dei cloni opportunamente rinominate. E' MAME, a seconda del titolo richiesto, a caricare prima le ROM comuni e poi quelle del clone. La rinominazione è la prima causa per cui le ROM di un gioco possono risultare non più valide. Altre volte capita che la migliorata emulazione di un titolo (ad esempio il supporto del sonoro) comporti la presenza di ROM non necessarie in precedenza o ancora che una ROM inizialmente venga copiata male e che il nuovo MAME richieda la versione corretta.
Torneremo a occuparci in seguito di MAME. Per ora rimandiamo al CD allegato, contenente una vasta selezione di materiale ed il gioco Robby Roto (un gioco rilasciato nel pubblico dominio dalla sua autrice e quindi liberamente distribuibile, NdA).