Un fumoso e malfamato bar
di nome Amiga
A cura di Francesco Celli e Gabriele Favrin
Articolo pubblicato su Amiga Life 113 (settembre 2000)
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La notizia ha suscitato scalpore: anche AmiDog, constatata la
discontinuità delle altre conversioni, ha effettuato un port
(WarpOS) di MAME, l'emulatore che consente di giocare a casa con
migliaia di titoli da bar.
La prima versione, pur se priva di varie opzioni e della GUI, risulta
decisamente buona: le dimensioni dell'eseguibile (10 MB) sono in linea
con l'originale (si tenga presente che quello DOS occupa meno di 2 MB
perché compresso) e la velocità di esecuzione
è sufficiente a garantire, finalmente, una buona
qualità audio, almeno con i giochi più vecchi.
MAME è da sempre croce e delizia degli appassionati di
emulazione. Se da una parte regala oltre 2000 giochi, dai classici ai
titoli più strani, dall'altra servirsene non è
semplice. E' capitato a molti di installare una nuova versione e
scoprire che i giochi in loro possesso non funzionavano più.
Per capire le cause di questo problema è necessario
comprendere finalità e funzionamento del "Multiple Arcade
Machine Emulator", il più imponente emulatore ludico
esistente.
MAME nasce all'inizio del 1997 per mano di Nicola Salmoria,
precedentemente amighista di fama mondiale (suoi programmi quali
NikPrefs e NewIcons). A differenza di prodotti analoghi dell'epoca, il
progetto mirava ad integrare in un solo programma l'emulazione di
più arcade. In realtà lo scopo era ed
è più ambizioso: con MAME si vogliono tenere in
vita il maggior numero possibile di giochi, tanto che per ognuno sono
supportate anche le diverse varianti (cloni): versioni a più
giocatori, specifiche per i vari paesi (ad esempio giapponesi con gli
ideogrammi), bootleg (versioni modificate da altri produttori), ecc. In
alcuni casi le differenze si limitano al copyright, in altri possono
interessare grafica ed ordine dei livelli.
Un arcade è composto da una scheda madre dedicata (spesso
usata da più titoli della stessa casa), una o più
CPU (molti giochi usano CPU secondarie per grafica e suono) ed hardware
custom. Il programma vero e proprio si trova su banchi di ROM. MAME
utilizza una serie di driver per emulare le varie componenti: si va dal
driver dello specifico gioco (e dei suoi cloni) a quello della scheda,
agli emulatori delle CPU (a oggi ben 23!) e dell'hardware custom. Il
tutto pilotato da una copia su file delle ROM del gioco.
Poiché un clone differisce dall'originale solo per alcune
ROM, avere l'intero set di ROM per ognuno causava un notevole spreco di
spazio. Quando il numero di cloni è diventato cospicuo gli
autori hanno introdotto il "ROM merging": l'archivio di ogni gioco
comprende tutte le ROM dei cloni opportunamente rinominate. E' MAME, a
seconda del titolo richiesto, a caricare prima le ROM comuni e poi
quelle del clone. La rinominazione è la prima causa per cui
le ROM di un gioco possono risultare non più valide. Altre
volte capita che la migliorata emulazione di un titolo (ad esempio il
supporto del sonoro) comporti la presenza di ROM non necessarie in
precedenza o ancora che una ROM inizialmente venga copiata male e che
il nuovo MAME richieda la versione corretta.
Torneremo a occuparci in seguito di MAME. Per ora rimandiamo al CD
allegato, contenente una vasta selezione di materiale ed il gioco Robby
Roto (un gioco rilasciato nel pubblico dominio dalla sua autrice
e quindi liberamente distribuibile, NdA).