La mia storia informatica
Tutto cominciò nell'autunno del 1982 quando, all'età di 11 anni, iniziai a interessarmi di videogiochi e mi feci regalare Slimboy Shooting 6, uno "spara e fuggi" primitivo ma per me molto divertente. Ricordo quando decisi che "lo volevo": durante una lezione di tecnica in prima media! Ricordo anche dove lo comprai: in uno dei negozi che più avevo amato da piccolo, il mitico negozio di giocattoli "Seme di mela" di Mestre. Ampio, con scaffali in legno, pareti verdi e un proprietario affabile, giovane e gentile. Dopo le elementari credevo di non tornarci: per me non era più tempo di giocattoli...
Infatti era tempo di videogiochi! Così ci andai nuovamente
pochi mesi dopo, quando per Natale mi feci regalare
Mogland, un platform che riprendeva il concetto del celebre
arcade Popeye: su e giù per una scala a catturar cuori da
portare alla fidanzata, stando attenti a evitare orribili mostri! Entrambi i
giochi erano dei piccoli tascabili a cristalli liquidi, in bianco e nero
ovviamente. Antenati del Game Boy, per capirci.
Mai avrei immaginato che oltre trent'anni dopo una cara amica mi avrebbe donato una conversione
HTML5 del mio amato Mogland...
Intanto nei bar esplodeva il fenomeno dei videogiochi. E fu proprio per non dilapidare patrimoni di monetine da 200 lire che, a Natale '83, chiesi un Atari VCS 2600. Quante partite, quante ore... quanti soldi per cartucce di giochi da 2 o 4kb! Il mio primo incontro con il VCS (e in assoluto con i videogiochi) risaliva all'anno precedente, nella ludoteca comunale. Ricordo ancora l'emozione della prima partita: un bowling che oggi appare preistorico. Ero su una sedia e... controllavo quello che avveniva in televisione! Per i bambini di oggi è normale... ma per un undicenne del 1982 era una sensazione speciale di "controllo"!
Giocare iniziò a non bastarmi più quando, a casa di un compagno di scuola, vidi il primo computer. Era un Commodore VIC 20. I giochi non mi impressionarono... ma la programmazione sì!
10 PRINT "CIAO"
20 GOTO 10
READY.
Una cosa da niente, assolutamente inutile... ma era programmazione! Si poteva istruire il computer a fare delle cose... era eccitante, bello e soprattutto sentivo che faceva per me! Da allora crebbe anche la mia passione per i telefilm pseudo-informatici dell'epoca e così, anche sull'onda di War Games, Supercar e soprattutto Automan, decisi che volevo un computer vero! A Natale '84 arrivò il Commodore 64, che per tre anni mi avrebbe tenuto compagnia fra videogiochi (iniziando con Decathlon e Pitfall2, proseguendo con Boulder Dash, H.E.R.O., Montezuma's revenge, Bruce Lee e Falcon2... fino ad arrivare a Delta, Hawkeye e Armalyte), programmi in BASIC, programmini in ASM 6502, registratori a cassette, tape2tape, riviste in edicola, drive 1541, Isepic, Speeddos e quant'altro... e a questo proposito non posso non ricordare il negozio che accompagnò quegli anni per me e per molti coetanei della mia città. 3Kw: proprietario eccentrico, a tratti scorbutico, ma che fece crescere una generazione di giovani informatici. Grazie Fano.
Nel 1987 iniziò la mia avventura con Amiga. Dopo mille incertezze (era un sistema totalmente diverso da quelli che conoscevo) e dopo averlo visto da un amico, mi decisi: Amiga 500 con monitor e drive esterno. E via fra FA/18a Interceptor, Defender of the crown, Shadow of the beast, Soundtracker (che per me era una versione pompata del RockMonitor del C64!), Amiga Basic, fallimentari esperimenti col Lattice C, Enigma Amiga Disk (mai avrei immaginato che 12 anni più tardi sarei stato io a scrivere su Enigma!), tanti programmi AMOS, ecc...
Gli anni passano e cambiano le esigenze, così nel 1992 acquistai un Amiga 3000T con hard disk da 100MB (tanti, per l'epoca), 5MB RAM (contro il singolo MB dell'A500!), monitor 1960 a 30khz, ecc. Ricordo ancora l'emozione di quel giorno di giugno. Un tower, un vero tower in casa mia... e poi l'hard disk! Altro che i floppy! Avevo visto il primo Amiga "pompato" l'anno precedente, era di un amico con cui ne avevamo fatte davvero tante... A2000 con hard disk ed espansione RAM GPV. Tutto un altro mondo rispetto al mio 500. Quell'esperienza fu la molla che mi spinse ad intraprendere un nuovo viaggio nel mondo informatico. Sul 3000T ho imparato a usare Amiga in maniera produttiva, a programmare in C prima ed E poi, a creare HTML e JavaScript. Con quella macchina ho iniziato le mie esperienze in Rete (frequentavo già da tempo altri ambienti telematici) e la mia carriera di betatester, aiutando Yvon Rozijn nello sviluppo del browser AWeb...
Poi, nel 1996, è stato il turno di Amiga 4000T, una macchina più moderna rispetto al vecchio A3000T: molta più RAM, lettore CD, hard disk dieci volte più grande, OS 3.1, ecc. Negli anni l'ho espanso notevolmente: scheda PPC, masterizzatore, drive ZIP da 100 MB, un secondo hard disk, scheda grafica, due schede di rete, ecc. Sul 4000 è nata la mia passione per gli emulatori, ho scritto articoli, creato siti, avuto il privilegio di contribuire allo sviluppo di AmigaOS 3.5, 3.9 e delle prime versioni del 4 e fatto molto altro...
Nel 1999, vinte le resistenze di 12 anni di amighismo convinto, ho affiancato al 4000T un fiammante (per l'epoca) PC con Win98 controller SCSI e 192 MB di RAM. Perché un PC? E perché con Windows? Perché avevo capito che il sistema operativo Microsoft aveva e ha molte applicazioni di cui è comodo, utile e piacevole poter disporre.
Nel 2004 con il primo PC che iniziava a risentire degli anni ho fatto il grande passo. Fra ricordi di Amiga e tentazioni di Mac ho scelto di continuare su una strada che si è rivelata valida e foriera di nuove esperienze e grandi soddisfazioni. Così dopo sei mesi (!) di studio e ricerca fra le offerte ho selezionato i componenti di un nuovo PC su cui far girare Windows XP. Macchina potente e che mi avrebbe garantito ottime prestazioni per diversi anni, consentendomi di lavorare meglio e nel contempo di esplorare altri campi dell'informatica.
Si arriva così al 2005 quando il buon vecchio Amiga che avevo continuato ad usare iniziava a segnare decisamente il passo non solo per quantità ma anche per qualità del software rispetto a quello disponibile dall'"altra parte" e di cui ormai io stesso stavo diventando un utente abituale. A giugno un blocco irrimediabile del programma di posta (quelle cose da cui molti amighisti credevano di essere immuni) mi diede lo stimolo necessario a fare il grande passo: usare il PC per tutto e terminare la mia esperienza con Amiga, prolungata più per timore dei cambiamenti che per opportunità. Dopo un breve periodo di adattamento scoprii di essere infinitamente più produttivo con il PC che continuando a usare Amiga e restando a tutti i costi vincolato alle vecchie abitudini.
Messo a riposo l'Amiga decisi l'acquisto di un altro computer: da tempo ero abituato ad usare due macchine trovandolo più pratico, nonché più sicuro. Il nuovo arrivato fu un notebook. Non che io fossi o sia un giramondo ma mi piaceva l'idea di non essere legato a una postazione di lavoro fissa, nonché la possibilità di portare il mio ambiente di sviluppo ovunque mi servisse. La scelta cadde caduta su un notebook Toshiba serie Tecra, decisamente completo e che offriva quanto necessario per programmare pur restando utilizzabile anche per altri scopi (e per le prestazioni "spinte" c'era sempre il fisso). La scelta fu valida ma riuscii a sfruttarlo molto meno di quanto avrei voluto: non avevo fatto i conti con i miei limiti visivi che mal si accoppiavano con un portatile. Certo, si possono ingrandire i caratteri ma all'epoca il supporto di Windows per i DPI elevati non era il massimo.
A quel punto, sebbene non fossi mai stato un fan di Microsoft e continuassi ad apprezzare
ed usare le alternative, scelsi definitivamente di servirmi di Windows:
era ed è comunque il sistema che va per la maggiore, che offre
più programmi e che si trova dappertutto. Vista la mia
vocazione di aiutare il prossimo non potevo che usare
un sistema tanto diffuso, cercare di "dominarlo"
e di spiegarne in modo semplice problemi e soluzioni.
E poi, dopo decenni di impegno nel mondo alternativo,
è anche bello disporre di qualsiasi programma...
magari pure freeware od open source. In molti sistemi alternativi
la tendenza è di far pagare salate anche le applicazioni
più banali! Gli utenti Amiga e Mac ne sanno qualcosa....
Nel 2007, con la prospettiva di riavvicinarmi alla fotografia e al ritocco digitale della stessa, decisi di espandere la memoria del PC fisso portandola a 2GB. Non male: tutto diventò più veloce e più adatto ad ospitare applicazioni che con gli anni si facevano sempre più potenti ma anche esose in termini di memoria utilizzata. In occasione dell'aggiornamento della memoria cambiai il dissipatore Intel con un mostro di rame: CPU a 33 gradi (41 sotto carico, prima arrivava a 55!) e quiete: combinazione perfetta per favorire la creatività!
La passione per la fotografia mi avvicinò rapidamente al videoediting, branca dell'informatica che fino ad allora non avevo trattato e anzi ignoravo e un po' temevo. Alcuni incontri ed opportunità aprirono nuove strade e diedero il via a un'onda creativa... limitata solo dalla mia CPU, potente per l'uso fatto fino ad allora ma che un po' stentava con i compiti ben più esosi di codifica video.
Così a marzo 2009, dopo lunga riflessione e scelta di componenti, arrivò la decisione di far assemblare una nuova macchina, dotata di hardware allo stato dell'arte per le mie nuove necessità ed interessi. Il risultato fu un sistema Core i7 920 con 3GB di memoria che mi affascinava quanto faceva tanti anni prima l'Amiga. Nuova sfida anche con l'OS, Vista, che all'epoca aveva raggiunto una certa maturità. Lo scelsi per non adagiarmi sugli allori come per anni avevo fatto con Amiga.
Nemmeno sei mesi dopo, il passaggio a Windows 7: Vista dopo vari
aggiornamenti non era male ma Windows 7 era davvero ottimo. Veloce, ben fatto,
comodo. Da conoscere e usare ove possibile.
Poi a luglio 2010 la scelta, che in effetti avrei dovuto fare l'anno prima:
aggiungere altri 6GB e passare a un sistema a 64bit. Avevo paura di incompatibilità
ma scoprii che tutto ciò che usavo girava bene
e i programmi nativi erano una forza. Il futuro di tutti gli OS
è giustamente a 64bit. Ben inteso, nell'uso quotidiano impiego
pochissima memoria e CPU ma è bello disporre di tanta potenza
all'occorrenza. Un po' come diceva il mio amico Mimmo che aveva un
A500 con 2MB di RAM, per l'epoca tanti... Cambiano i tempi, l'hardware
e le unità di misura. Basta non essere noi a cambiare e guardare
sempre in avanti.
Anno dopo anno mi sono però reso conto dei limiti di quel PC. L'hardware per l'epoca
era ottimo ma l'assemblaggio non era stato dei migliori e sotto carico la
macchina scaldava, inoltre l'hard disk meccanico del sistema operativo
iniziava a starmi stretto, nel senso che era piccolo e lento.
A fine 2013 mi sono rivolto ai bravissimi ragazzi di Pianeta Computer
a Mestre che mi hanno assemblato una bella bestiolina, perfetta in tutto: Intel Core i7 4770k,
SSD per il sistema operativo, HDD per i dati, aerazione
"come si deve", USB3. E' la macchina che mi accompagna tuttora e
non sente il peso dell'età, anche se in questi anni sono cambiate
tante cose...
Il continuo rimpicciolimento delle interfacce del software Adobe mi ha allontanato dal videoediting anche se nel frattempo ho preso un bel monitor da 27", gioia per i miei occhi...
Invece mi sono appassionato di networking e ho creato una rete locale "per bene" in casa. FTTC (in attesa della FTTH Telecom), IP cam, NAS (server di rete) su cui faccio girare anche una macchina virtuale Linux configurata a mano pacchetto per pacchetto.
La LAN permette di usare comodamente
tablet, cellulare, lettore multimediale collegato alla TV, assistente virtuale
Google Home e tante cose che rendono l'uso del computer meno necessario per
ottenere informazioni, ascoltare musica, vedere telefilm, ecc.
Il PC resta comunque indispensabile per le cose serie: programmare, inventare storie
e per altre attività ma molte cose oggi
le posso fare senza stare davanti a un monitor. Nessun monitor.
"Ehy Google, accendi la luci in cucina", "ehy Google,
aggiungi un promemoria", "ehy Google, che tempo farà domani",
"ehy Google, fammi ascoltare Musica che resta de Il Volo"
e così via...
Il tempo cambia il mondo e la realtà di oggi è la fantascienza di quell'undicenne che guardava "I ragazzi del computer" e "Automan"... Vediamo cosa ci riserverà il domani!